26 dicembre 2006

Chi ci lascia/ James Brown

Nel giorno di Natale ci ha lasciato, all'età di 73 anni, James Brown che, senza esagerare, è una delle più importante figure della musica del secolo scorso, uno di quelli che più hanno contribuito a definire le sonorità contemporanee e a formare il nostro gusto attuale, tant'è che non si contano i rapper ed gli hip-hopper che saccheggiano la sua produzione tramite sample.

Nella sua cinquantennale carriera gli sono stati attributi diversi nomignoli, il più not del quale era "il padrino del soul", il primo fu "Mr. Dynamite", passando per "il re del Rhythm 'n' Blues".

Sì, l'area è quella della black music americana, quella che a partire dagli anni '50 divenne nota tramite diverse etichette più o meno felici: rhythm 'n' blues, rock 'n' roll, soul music e successivamente, grazie all'opera proprio di James Brown, funky music.

Dopo un enorme successo ottenuto con la sua prima incisione, Please, Please, Please nel 1956, fu solo a partire dal 1961 (con il brano Night Train) che iniziò meglio a definirsi quello che sarebbe divenuto il "james brown sound", quando gli arrangiamenti iniziarono a dare maggiore spazio all'improvvisazione, i riff a divenire sempre più ossessivi e la parte strumentale a prendere il sopravvento su quella vocale.

La definitiva consacrazione di critica avvenne con la pubblicazione dell'album LIVE AT THE APOLLO nel 1963, dove venne immortalato uno dei tanti concerti dal vivo che James Brown e la sua band andavano eseguendo per i locali del Sud degli States. Contro il parere della sua casa discografica dell'epoca (la King Records) l'album fu auto-pubblicato dalla band e rappresenta una delle pietre miliari della storia della musica del '900, tant'è che la rivista Rolling Stone l'ha inserito nella lista dei 500 album più importanti di tutti i tempi.

Le controversie con la King Records continuarono ancora dopo che Brown fece uscire Out of Sight (single e album) con un'altra casa discografica, cosa che condusse ad un oscuramento per oltre un anno della sua produzione discografica. Ciò non toglie che "Out of Sight" è forse il brano che segna il definitivo passaggio dal R&B al funky.

Passaggio che fu consacrato anche dal successo di pubblico l'anno successivo quando ripresero le pubblicazioni con la King Records con alcuni tra i suoi maggiori successi di vendita: Papa's got a brand new bag e I Got You (I Feel Good). Brown era stato anche un eccellente esecutore di splendide ballate, una su tutte: It's a Man's Man's Man's World.

A partire dal 1967 Brown inugura un decennio di successi che lo portarenno a definire i canoni della nuova black music e ad influenzare decine di artisti del calibro di Sly and the Family Stone, Edwin Starr, The Temptations, un giovanissimo Michael Jackson e successivamente Prince. I brani pubblicati in tale periodo hanno fatto di James Brown l'artista più oggetto di samples ed un suo brano del 1969, Funky Drummer, il brano con più samples della storia della musica.

In Italia e per il pubblico più giovane forse la notorietà di James Brown è dovuta a ragioni non strettamente musicali. La prima è un indimenticato cameo nel film-cult The Blues Brothers nella parte di un reverendo che si esibisce in un gospel irresistibile (Old Landmark) durante la celebrazione di una cerimonia religiosa. La seconda è l'inclusione di un classico di Brown, (Get Up I Feel Like Being a) Sex Machine, all'interno di uno spot pubblicitario di successo: quello della Renault Clio, passato spesso su MTV.

Concludiamo nell'unico modo possibile: una compilation dei brani più memorabili della carriera di "Mr. Dinamite".

James Brown Compilation

1956 - Please, Please, Please
1961 - Night Train
1964 - Out of Sight
1965 - Papa's Got a Brand New Bag
1965 - I Got You (I Feel Good)
1966 - It's a Man's Man's Man's world
1966 - Ain't That a Groove
1966 - I Got the Feelin'
1967 - Cold Sweat
1968 - Licking Stick, Licking Stick
1968 - Say It Loud I'm Black and I'm Proud
1969 - Ain't It Funky Now
1969 - Funky Drummer
1969 - Give It Up or Turn You Loose
1969 - Hey America
1969 - Mother Popcorn
1970 - Call Me Super Bad
1970 - (Get up I feel like being a) Sex Machine
1971 - Hot Pants
1971 - I'm a Greedy Man
1971 - Soul Power
1972 - Get on the Good Foot
1972 - Honky Tonk
1972 - Talking Loud and Saying Nothing
1973 - I Got a Bag of My Own
1973 - I Got Ants in My Paints
1973 - The Payback
1974 - My Thang
1974 - Papa Don't Take No Mess
1978 - Old landmark
1986 - Living in America

Articolo precedente della serie: Bruno Lauzi

1 commento:

Anonimo ha detto...

eh già, riprendendo il titolo di un brano dance degli L.A. Style, "James brown is dead".

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