07 marzo 2006

I diritti d'autore del cannibale

Ciò che sta succedendo nell'ambito delle proprietà intellettuali e del diritto d'autore ormai è al di fuori di ogni umana comprensione. Sicuramente non della mia. Questa notizia mi ha lasciato senza parole.

In estrema sintesi. In Germania qualche anno fa vi fu un caso di cannibalismo. L'autore, reo confesso, aveva ucciso, mutilato e mangiato parti del corpo di un partner occasionale. Da questa vicenda è stato tratto un film, Rothenburg, diretto dal regista Martin Weisz.

Orbene, il film è stato bloccato dalla magistratura tedesca con la motivazione che il cannibale reo confesso ha "diritto alla tutela della propria immagine". Tale diritto è spesso, come in Italia, inserito nella legge sul diritto d'autore. A nulla è valsa la difesa del produtttore della pellicola che ha fatto notare la diversità dei fatti narrati: il tribunale ha constatato 88 coincidenze tra quanto avvenuto nella realtà e ciò che si vede sullo schermo.

A parte che non capisco quale immagine debba essere tutelata per un cannibale reo confesso, tutto ciò che avviene nella sfera dei diritti delle "opere dell'ingegno" e dintorni sono per me del tutto incomprensibili. In un caso del genere mi sembrava di aver capito che vi era il diritto di cronaca o qualcosa del genere. Ma ormai rinuncio a capire.

Ah, dulcis in fundo: pare che la casa di produzione del film, la "Atlantic Streamline", avrebbe offerto una rilevante somma in denaro al cannibale per ottenere il via libera a riprodurre in un film le sue "opere d'ingegno".

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