05 gennaio 2006

I diritti dei consumatori nel mondo digitale

Finalmente se ne inizia a parlare, o meglio, a tentare qualche iniziativa concreta. Il BEUC (organizzazione di associazioni di consumatori indipendenti europee, cui aderisce anche Altroconsumo per l'Italia) ha messo a punto una Carta dei diritti dei consumatori nel mondo digitale, accusando le case discografiche e cinematografiche di dipingere i propri clienti come pirati e criminali. Già, sarebbe l'ora di smetterla e di evidenziare le nefandezze commesse invece dall'industria dei contenuti (caso malware Sony BMG docet).

Questi sono i diritti inclusi nella Carta (fonte Altronsumo): tutti sacrosanti, ma il vero obiettivo è rivedere l'intero mostro costituito dall'intera normativa sul Diritto d'Autore, completamente squilibrato a favore di autori e, sopratutto, di editori:
  • Diritto alla scelta, alla conoscenza e alla diversità culturale: poter beneficiare di un mercato concorrenziale che favorisca creatività, libertà d’espressione e un’offerta ampia e varia. Gli ostacoli sono ancora molti: nel mondo musicale quattro grandi società controllano l’80% del mercato mondiale, mantenendo i prezzi dei Cd a livelli proibitivi;
  • Diritto alla trasposizione nel mondo digitale dei diritti già esistenti nel “mondo reale”: diritto all’informazione, a clausole eque, a ricorrere quando un prodotto non mantiene le promesse. Nei fatti è l’industria a decidere unilateralmente quali informazioni rendere pubbliche, come il materiale può essere utilizzato, cosa è legale e cosa no;
  • Diritto a beneficiare delle innovazioni tecnologiche senza restrizioni abusive. L’industria non deve avere il potere di imporre un controllo eccessivo ai contenuti digitali. Non c’è ragione tecnologica o giuridica, per esempio, che giustifichi il fatto che i Dvd americani non possano essere visti sui lettori europei e viceversa;
  • Diritto all’interoperabilità fra contenuti e apparecchi. Si veda l’esempio di compatibilità a senso unico tra iTunes e iPod.
  • Diritto alla protezione della vita privata. Registratori digitali e computer non devono essere manipolati senza il consenso dei proprietari. Se per esempio si carica un programma sul Pc, può accadere che sia inviato a insaputa del consumatore un programma supplementare, che una volta attivato può modificare la programmazione dell’apparecchio e catturare informazioni sulle abitudini nella navigazione;
  • Diritto a non essere criminalizzati. Non si deve considerare criminale chi fa copie di Cd e Dvd per uso personale.

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